Circuito illuminazione di emergenza
1. Circuito elettrico da realizzare
2. Realizzando un circuito separato per la sola illuminazione di emergenza è più agevole verificarne l´efficienza
3 Nel caso di circuito separato bisogna infilare una specifica linea
4. Collegamento della lampada di emergenza tra fase e neutro
5. Collegamento delle lampade dl emergenza installate nelle scatole da incasso e di quella installata nel centralino
RIFERIMENTI TECNICO-NORMATIVI
L'illuminazione di emergenza negli appartamenti e realizzata quasi esclusivamente con piccoli apparecchi autonomi componibili in scatole da incasso.
Questi apparecchi sono alimentabili direttamente dal circuito luce e prese da 10A.
Tuttavia è consigliabile prevedere un'alimentazione separata, avente origine nel centralino e sezionata da uno specifico interruttore in modo che risulti agevole, interrompendo tale circuito, provare l'efficienza di tutti gli apparecchi installati.
Con tale sistema autonomo di alimentazione, al quale si riferiscono le figure della pagina accanto, è possibile, inoltre, escludere il funzionamento delle lampade di emergenza durante i lavori di manutenzione lasciando in tensione il circuito di emergenza;
se si vuole usufruire di quest'ultima funzione si devono prevedere scatole autonome o perlomeno, munite di separatore, altrimenti si configurerebbe la situazione di lavoro in prossimità di parti in tensione.
Questi apparecchi sono alimentabili direttamente dal circuito luce e prese da 10A.
Tuttavia è consigliabile prevedere un'alimentazione separata, avente origine nel centralino e sezionata da uno specifico interruttore in modo che risulti agevole, interrompendo tale circuito, provare l'efficienza di tutti gli apparecchi installati.
Con tale sistema autonomo di alimentazione, al quale si riferiscono le figure della pagina accanto, è possibile, inoltre, escludere il funzionamento delle lampade di emergenza durante i lavori di manutenzione lasciando in tensione il circuito di emergenza;
se si vuole usufruire di quest'ultima funzione si devono prevedere scatole autonome o perlomeno, munite di separatore, altrimenti si configurerebbe la situazione di lavoro in prossimità di parti in tensione.