Rischio elettrico nell`attività di installazione e manutenzione di impianti elettrici
L’installazione di impianti di impianti elettrici e la manutenzione comporta la necessità di operare su impianti sotto tensione.
A tutti sono noti i rischi connessi all’energia elettrica: i principali sono legati allo shock elettrico ed all’arco elettrico.
A tutti sono noti i rischi connessi all’energia elettrica: i principali sono legati allo shock elettrico ed all’arco elettrico.
Entrambi gli shock possono determinare la morte o lesioni anche importanti all’operatore, sia direttamente che in seguito ad eventi correlati quali, ad esempio, l’esplosione o l’incendio conseguenti all’arco elettrico o la caduta da impalcature e mezzi di sollevamento conseguenti alla fulminazione.
Naturalmente il rischio elettrico esiste unicamente qualora l’impianto elettrico sia alimentato durante le operazioni di installazione, manutenzione, prova e verifica o, qualora l’impianto sia fuori tensione, quando non esista la certezza del permanere dello stesso in condizioni di sicurezza.
Le normali operazioni di installazione di impianti elettrici se effettuate fuori tensione, così come il buon senso comune prevede, sono, dunque, esenti da rischio elettrico, ma è prioritaria la necessità di assicurare, per tutta la durata delle operazioni, che permanga la condizione di disalimentazione.
Un impianto elettrico si intende disalimentato quando viene sezionato dalla rete elettrica di alimentazione. In assenza di sezionamento l’impianto è da considerare in tensione a tutti gli effetti, anche se momentaneamente spento o in assenza di tensione.
Il sezionamento dell’impianto è tale qualora siano fisicamente disconnessi, tramite dispositivo adeguato o mediante fisica rimozione dei collegamenti, tutti i conduttori attivi.
Ricordiamo che anche il neutro è un conduttore attivo e come tale deve risultare sezionato durante le operazioni sugli impianti elettrici. Il semplice comando funzionale unipolare non dà garanzia di sezionamento dell’impianto.
Non solo, ma non tutti i dispositivi onnipolari di interruzione assicurano anche il sezionamento, occorre accertarsi che sul dispositivo di interruzione o di comando compaia il simbolo di sezionatore previsto dalle norme.
Ricordiamo che anche il neutro è un conduttore attivo e come tale deve risultare sezionato durante le operazioni sugli impianti elettrici. Il semplice comando funzionale unipolare non dà garanzia di sezionamento dell’impianto.
Non solo, ma non tutti i dispositivi onnipolari di interruzione assicurano anche il sezionamento, occorre accertarsi che sul dispositivo di interruzione o di comando compaia il simbolo di sezionatore previsto dalle norme.
Altro aspetto rilevante è il mantenimento nel tempo delle condizioni di sezionamento. Il dispositivo, ovviamente, non può essere del tipo a richiusura automatica, né deve poter essere manovrato all’insaputa dell’operatore.
Di qui la consuetudine, per i grandi impianti, di collocare, in prossimità dell’impianto e, sulla linea di alimentazione, un dispositivo di sezionamento dedicato, che permanga, durante tutta la durata delle operazioni di installazione, verifica o manutenzione, sotto il diretto, visivo controllo dell’operatore.
Le condizioni di visibilità e di controllo sono condizioni essenziali per la garanzia del permanere fuori tensione dell’impianto.
In caso di impossibilità di controllo visivo diretto occorre dotare il dispositivo di sezionamento di un cartello di segnalazione che vieti la rimessa in servizio dell’impianto da parte di terzi: ovviamente il cartello è efficace solo se il dispositivo di sezionamento è collocato in un locale elettrico, accessibile solo a personale in grado di riconoscere il significato del monito ed il rischio connesso alla sua disattenzione.
La segnalazione deve essere costituita dal classico cartello tondo a fondo bianco e banda rossa di divieto con l’aggiunta eventuale dell’indicazione “non effettuare manovre – impianto in manutenzione” o “lavori in corso – non effettuare manovre”.
La vera certezza, in caso contrario, è ottenibile bloccando, con dispositivi meccanici quali blocchi a chiave, lucchetti o portelle apribili con chiave, il dispositivo di sezionamento.
Le attività di prova, verifica e manutenzione possono, in alcuni casi, richiedere di operare in presenza di alimentazione elettrica: vediamo quali precauzioni è necessario prendere al fine di ridurre il rischio.
Nella definizione della norma CEI 11-27 si individuano il “lavoro fuori tensione”, quando le parti attive cui si accede siano state preliminarmente messe fuori tensione ed in sicurezza e “lavoro in tensione” quando le parti attive cui si accede siano in tensione.
Affinché il lavoro elettrico sia definito “lavoro in tensione” devono, quindi, contemporaneamente verificarsi le due condizioni di impianto in tensione e accesso alle parte attive.
In questo caso esistono il rischio di folgorazione e di arco elettrico, tanto più gravi quanto maggiore è la tensione del sistema sul quale si va ad operare.
Affinché il lavoro elettrico sia definito “lavoro in tensione” devono, quindi, contemporaneamente verificarsi le due condizioni di impianto in tensione e accesso alle parte attive.
In questo caso esistono il rischio di folgorazione e di arco elettrico, tanto più gravi quanto maggiore è la tensione del sistema sul quale si va ad operare.
Tutto il personale addetto ai lavori elettrici, ovvero lavori su impianti elettrici con accesso alle parti attive e conseguente rischio elettrico, deve essere formato per l’attività che esercita.
In particolare si individuano tre diverse qualifiche per gli operatori elettrici: persona idonea, persona esperta e persona avvertita. La qualifica viene attribuita, per iscritto, dal datore di lavoro a seguito di apposita formazione.
Solo la persona idonea può eseguire lavori sotto tensione, la persona esperta può eseguire lavori in prossimità di parti attive non isolate (in bassa tensione la zona di prossimità o zona prossima è quella che si trova entro 65 cm dalla parte attiva), senza accedere alle parti attive direttamente e la persona avvertita può eseguire solo lavori su impianti fuori tensione.
In particolare si individuano tre diverse qualifiche per gli operatori elettrici: persona idonea, persona esperta e persona avvertita. La qualifica viene attribuita, per iscritto, dal datore di lavoro a seguito di apposita formazione.
Solo la persona idonea può eseguire lavori sotto tensione, la persona esperta può eseguire lavori in prossimità di parti attive non isolate (in bassa tensione la zona di prossimità o zona prossima è quella che si trova entro 65 cm dalla parte attiva), senza accedere alle parti attive direttamente e la persona avvertita può eseguire solo lavori su impianti fuori tensione.
I lavori in tensione richiedono sempre l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI).
I principali DPI per lavori elettrici sono: Elmetto isolante, Visiera, Occhiali, Guanti isolanti, Tronchetti isolanti, Vestiario ignifugo.
Su ogni esemplare di DPI che viene commercializzato devono comparire le seguenti marcature:
I principali DPI per lavori elettrici sono: Elmetto isolante, Visiera, Occhiali, Guanti isolanti, Tronchetti isolanti, Vestiario ignifugo.
Su ogni esemplare di DPI che viene commercializzato devono comparire le seguenti marcature:
- marcatura CE;
- nome del costruttore;
- sigla del DPI;
- data di costruzione;
- nota informativa;
- doppio triangolo (solo per i guanti isolanti, tronchetti isolanti ed elmetto isolante);
- taglia e classe (solo per i guanti isolanti).
Ogni esemplare di DPI consegnato ai dipendenti deve essere accompagnato dalla nota informativa che si trova nel medesimo imballaggio del DPI all’atto dell’acquisto e nella quale dove sono riportati, nella lingua dell’utilizzatore:
- i rischi per cui deve essere impiegato;
- le caratteristiche prestazionali della protezione;
- le modalità di utilizzo;
- le modalità di conservazione.
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