I diodi led
Il Led è un componente elettronico costituiti da una giunzione P-N con arseniuro di gallio o con fosfuro di gallio che emette luce accendendosi immediatamente e con una piccolissima corrente compresa tra 10 e 30mA a seconda del tipo di LED utilizzato.
Il nome deriva dall`inglese (Light Emitting Diodes) una evoluzione dell`illuminazione in cui la luce è ottenuta da semiconduttori quali il silicio invece del classico filamento in tungsteno o di gas.
I primi diodi ad emissione luminosa erano disponibili solo nel colore rosso. Venivano utilizzati come indicatori nei circuiti elettronici, nei display a sette segmenti.
Attualmente i led hanno un efficienza luminosa fino a 120 lm/W, rispetto ai:
- 13 lm/W delle lampade ad incandescenza
- 16 lm/W per le alogene
- 50 lm/W per le fluorescenti
I led hanno un terminale positivo (anodo) ed uno negativo (catodo), e per funzionare si deve rispettare la polarità;
Di solito il terminale positivo è la gambetta più lunga, ma osservando l'interno del led in controluce lo si può individuare con certezza: come si vede in figura, l'elettrodo positivo è sottile, a forma di lancia, mentre il negativo ha l'aspetto di un`ascia.
Quando si utilizza un led, è necessario disporre sempre una resistenza in serie ad esso, allo scopo di limitare la corrente che passa ed evitare che possa distruggersi; la caduta di tensione ai capi di un led può variare da 1,1 a 1,6 V, in funzione della lunghezza d'onda della radiazione emessa (a lunghezze d'onda minori corrisponde una caduta di tensione più alta).
Diversamente dalle comuni lampadine, i led emettono luce fredda, e possono lampeggiare a frequenze molto alte, superiori al MHz;
se si considera anche che la luce emessa è direttamente proporzionale alla corrente che li attraversa, i led risultano particolarmente adatti alla trasmissione di segnali tramite modulazione dell'intensità luminosa.
Uno dei tanti impieghi del led è ad esempio quello di iniettori di segnali nelle reti a fibre ottiche.
I led più comuni emettono luce rossa, arancio, gialla o verde.
In tempi relativamente recenti si è riusciti a produrre un led caratterizzato dall'emissione di luce blu chiara, utilizzando il Nitruro di Gallio (GaN);
la disponibilità di un led a luce blu è molto importante poiché consente di ricreare, insieme alle radiazioni rossa e verde, una sorgente di luce bianca.
Di solito il terminale positivo è la gambetta più lunga, ma osservando l'interno del led in controluce lo si può individuare con certezza: come si vede in figura, l'elettrodo positivo è sottile, a forma di lancia, mentre il negativo ha l'aspetto di un`ascia.
Quando si utilizza un led, è necessario disporre sempre una resistenza in serie ad esso, allo scopo di limitare la corrente che passa ed evitare che possa distruggersi; la caduta di tensione ai capi di un led può variare da 1,1 a 1,6 V, in funzione della lunghezza d'onda della radiazione emessa (a lunghezze d'onda minori corrisponde una caduta di tensione più alta).
Diversamente dalle comuni lampadine, i led emettono luce fredda, e possono lampeggiare a frequenze molto alte, superiori al MHz;
se si considera anche che la luce emessa è direttamente proporzionale alla corrente che li attraversa, i led risultano particolarmente adatti alla trasmissione di segnali tramite modulazione dell'intensità luminosa.
Uno dei tanti impieghi del led è ad esempio quello di iniettori di segnali nelle reti a fibre ottiche.
I led più comuni emettono luce rossa, arancio, gialla o verde.
In tempi relativamente recenti si è riusciti a produrre un led caratterizzato dall'emissione di luce blu chiara, utilizzando il Nitruro di Gallio (GaN);
la disponibilità di un led a luce blu è molto importante poiché consente di ricreare, insieme alle radiazioni rossa e verde, una sorgente di luce bianca.